CHE BOTTA DI CULO !!
“Ho battuto una discreta culata”.
Un racconto doloroso dello struscio fiorentino.
Benvenuti nella loggia del Porcellino, che è dove si trova il mercato nuovo in Via De’ Ginori. Sì, siamo a Firenze. In quanti hanno strofinato il naso al porcellino, messo la monetina in bocca e, dopo aver espresso un desiderio, l'hanno lasciata cadere? Se si infila nel buco della grata, il desiderio è di sicura riuscita.
Ma in pochi conoscono “la pietra dello scandalo” o pietra della “acculata”.
È di uso comune dire “ho battuto una culata, sono rimasto col culo per terra” oppure “è la pietra dello scandalo”: modi di dire abbastanza comuni nella quotidianità, che pare siano nati in quel di Firenze. Lasciate che vi racconti come andarono le cose… Nel mezzo della loggia del Porcellino c’è un marmo che è la rappresentazione in grandezza naturale della ruota di un carro, che a sua volta era lo stemma della Repubblica Fiorentina. Viene riportato che esattamente in quel punto veniva issato il gonfalone della città, quando c’erano cerimonie, feste o ricorrenze. Addirittura proprio lì si radunavano i soldati prima di partire per battaglie, facendo fermare in quel punto il carroccio che avrebbe accompagnato i soldati.
Ma quella rappresentazione aveva un’ulteriore funzione: una sorta di “gogna pubblica”. Era esattamente sopra a quella ruota di marmo che, legati mani e piedi, venivano puniti e umiliati i debitori morosi, i truffatori e i falsari della Repubblica Fiorentina. Poveri i falsari: dopo aver contraffatto fiorini, si ritrovavano a "battere moneta" in un modo decisamente inaspettato e umiliante. Un vero "pagamento" a caro prezzo! Il gonfalone della Repubblica Fiorentina sventolava fiero, proprio sopra quel marmo "martoriato" da terga dolenti. Un contrasto che neanche un pittore surrealista avrebbe saputo immaginare! Calate le braghe, venivano fatte battere tante “culate” a terra secondo quanto aveva previsto il giudice per la punizione; è da qui che pare siano nate tante esclamazioni narranti di culate e chiappe doloranti. Le guardie portavano il condannato nella piazza e lì, in mezzo alla folla che urlava e lo sbeffeggiava, veniva spogliato e gli veniva imposto di battere più volte il sedere nudo sulla pietra, che per questo motivo prese il nome di “pietra dell’acculata”. Le guardie, con un ghigno che neanche il diavolo dantesco, accompagnavano il "fortunato" debitore alla "seduta" pubblica. Il rumore delle natiche che battevano sulla pietra era la vera colonna sonora del mercato, altro che i canti degli ambulanti! La pena era indicata, in latino, nello statuto della Corporazione dei Mercanti: “ostentando pudenda et percuotendo lapidem culo nudo” (mostrando le vergogne e percuotendo la pietra con il sedere nudo). Fiorentini del Rinascimento, artisti ma anche burloni e mattacchioni! Ecco svelato l'arcano: la vera "botta di culo" a Firenze, una volta, era proprio quella che si prendeva sulla pietra! Così, con un sospiro che sa di storie antiche e di risate sommesse, vi lascio. Che la fortuna vi arrida e che le vostre "culate" siano sempre metaforiche e indolori. E se proprio dovete cadere, che sia sempre su un morbido cuscino di liete novelle!
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